“Ci siamo confrontati all’interno di una giuria piuttosto eterogenea, è stato interessante mettere insieme punti di vista e visioni sul vino anche diverse, ma che hanno trovato una sintesi importante nel giudizio finale”. Alessio Turazza, giornalista esperto di vini e collaboratore de Il Gambero Rosso, è felice di questo esordio dei non tecnici nelle commissioni giudicatrici degli Oscar della Douja.
“Credo che l’Italia all’interno del panorama mondiale debba valorizzare soprattutto le sue diversità e le sue regionalità: abbiamo una quantità di vitigni autoctoni straordinari, ogni regione propone vini con vitigni molto particolari, questo è sicuramente uno dei valori su cui dobbiamo puntare per il futuro”.
Aumentare la qualità dei nostri vini ma dando sempre una grande attenzione alla fedeltà territoriale e delle nostre varietà autoctone, dunque, può essere la chiave per continuare a crescere.
Turazza ci confida anche come fare a distinguere un vino buono da uno mediocre. “Mi fido molto dei nostri sensi: abbiamo la capacità di distinguere le cose buone da quelle non buone dal punto di vista istintivo e credo che il primo approccio col vino debba essere assolutamente di piacere”. Questo poi può aprire le porte a conoscenze più tecniche. “Ma la piacevolezza e l’immediatezza di ciò che ci comunica un vino è fondamentale per avvicinarsi a questo mondo e magari trasformarlo in una passione”.