Calabresi e Quirico per Mostra–Reportage, a Palazzo Mazzetti Asti

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Inaugurato dal Direttore de La Stampa il percorso multimediale: “dal nostro inviato al fronte” (e.b.)

Da alcuni anni Palazzo Mazzetti in Asti ha avviato un ciclo di esposizione di grande respiro che mirano a far emergere l’immagine della Città anche fuori dai confini regionali. Ieri al Teatro Alfieri è stata presentata direttamente dal Direttore de La Stampa Mario Calabresi e dal giornalista Domenico Quirico, inviato di guerra e curatore della mostra: “100 anni di guerre nei reportage dei cronisti La Stampa”.

Un teatro gremito di persone e personalità che hanno voluto seguire le letture di alcuni articoli e straordinariamente l’intervista del Direttore Calabresi al suo corrispondente Quirico di origine astigiana. Accolti dal collega Fulvio Lavina, responsabile della sede provinciale del quotidiano fondato nel 1867, gli ospiti hanno saputo raccontare tra un ticchettio di vecchia macchina da scrivere, un suono profondo e cupo di didgeridoo, uno battente del cajon e più etereo fatto con il moderno Hang, momenti drammatici di storie di una umanità provata a partire dal 1911 sino ai giorni nostri.Un caloroso ringraziamento lo hanno ricevuto oltre che dal pubblico anche dal Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio di Asti, Michele Maggiora: “Grazie per aver creduto e dato vita a questa mostra nella nostra città, mettendo a disposizione le risorse interne dell’Editrice, risorse uniche in Italia come l’Archivio Storico – unico archivio digitalizzato di quotidiani – che ha richiesto uno straordinario intervento dell’impianto di tipografia per realizzare il giornale-catalogo nel formato grande come avveniva alla fine del secolo scorso.”

Tra il pubblico all’Alfieri anche il Presidente della Camera di Commercio, Erminio Renato Goria, che proprio nel programma della Douja d’Or promuove anche questo appuntamento culturale importantissimo: “ Approfittiamo della vasta partecipazione al Festival delle Sagre e al 49°Salone Nazionale dei Vini, per suggerire a tutti di andare a Palazzo Mazzetti. Così come riteniamo che non basti parlar di vino ma occorra immergersi in una esperienza sensoriale e di cultura per comprenderne l’alto valore del lavoro che nasconde, vivere la mostra di Quirico è un’esperienza intensissima. Certo non voglio fare paragoni, ci mancherebbe. Noi viviamo una situazione di lontananza dalla guerra, ma in me la mostra ha riacceso in modo forte le immagini di mio nonno che, a circa 60 anni di età, ricevette la medaglia di Cavaliere di Vittorio Veneto. Piangeva ed io bambino fui impressionato intuendo che cosa poteva aver passato al fronte. Ferito andò all’Ospedale di Torino ed è in quella città che nonno Erminio conobbe mia nonna Angelina. Storia di uomini e donne della nostra terra.

Sono affascinato dall’intelligenza e passione degli inviati, come l’amico Quirico, che sono capaci di farsi carico di quell’umanità così provata là dove vanno per dar una voce a quelle donne e quegli uomini. Siamo sollecitati da persone così cui guardare anche per superare le nostre quotidiane difficoltà che, sbagliando, talvolta osiamo chiamare battaglie.”

 

 

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